ANDARE DALLO PSICOLOGO / PSICOTERAPEUTA : PERCHE’ E COME FUNZIONA?

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ANDARE DALLO PSICOLOGO / PSICOTERAPEUTA : PERCHE’ E COME FUNZIONA?

 

L’idea di andare da uno psicologo o da un terapeuta può ancora spaventare perché ancora legata al pregiudizio “dallo psicologo ci vanno i matti”… sbagliato! Rivolgersi ad un professionista in questo settore significa ammettere che non stiamo bene, riconoscere che abbiamo bisogno di aiuto, avere il coraggio di rivolgerci a qualcuno che possa darci degli strumenti per ritrovare la serenità.

Parlare con familiari e amici può sicuramente essere di sollievo, perché le sofferenze tenute chiuse dentro fanno ancora più male e ci fanno sentire soli con il nostro dolore. Praticare discipline olistiche è utile per imparare ad ascoltarci e prenderci cura di noi e dell’interezza del nostro essere.

Rivolgersi ad uno psicologo o un terapeuta significa affidarci ad un professionista formato per aiutarci a capire la natura del nostro disagio e a modificare quei funzionamenti che ci portano a non vedere la via d’uscita. Un terapeuta, quale io sono, non “cambia la mente o il carattere delle persone”, altra idea errata che spaventa, piuttosto accompagna la persona a ritrovare le risorse e ricostruire quelle capacità che le permetteranno di essere protagonista del suo stesso cambiamento.

Si … ma come funziona?

Solitamente tutto parte da una telefonata, una mail, un messaggio sui social. La persona (la coppia, o la famiglia) interessata mi contatta per avere un appuntamento. Vengono quindi fornite tutte le informazioni su luogo, durata e costo dell’incontro e si cerca di fissare un’ora e data che sia il più possibile agevole per entrambi (o per tutti).

Durante il primo colloquio, dopo le presentazioni, viene subito firmato il Consenso Informato per la raccolta e la tutela dei dati personali e sensibili.

Arriva quindi il momento di “vuotare il sacco”: parlando liberamente, o guidata dalle mie domande, la persona (la coppia o la famiglia) espone la situazione che la porta a chiedere il mio aiuto. Dopo un ascolto attento e dopo aver approfondito tutti gli aspetti che ritengo importanti restituisco sia quello che secondo me è il “nodo” della situazione, sia le risorse a disposizione per scioglierlo e propongo quello che è il percorso terapeutico che ritengo più utile, assieme a tutte le indicazioni pratiche e organizzative del caso (tempi, costi, appuntamenti).

A questo punto la persona (la coppia, o la famiglia) è libera di prendersi tutto il tempo necessario, nei giorni a seguire, per comunicarmi la decisione di intraprendere o meno il percorso proposto.
Nella maggior parte dei casi le persone decidono direttamente a fine seduta di fissare il successivo appuntamento per cominciare.

Nel caso di percorsi di coppia o di sostegno alla genitorialità c’è comprensibilmente il bisogno di confrontarsi su quanto emerso: in questo caso nei giorni successivi è sufficiente una telefonata per comunicare la decisione e prendere il nuovo eventuale appuntamento.

E poi? … e poi si comincia!