COMPRENDERE LE DIFFICOLTA’ DEI BAMBINI – Una chiave di lettura per genitori per capire cosa sta succedendo ai nostri bimbi

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COMPRENDERE LE DIFFICOLTA’ DEI BAMBINI – Una chiave di lettura per genitori per capire cosa sta succedendo ai nostri bimbi

Per capire “cosa non va” è importante sapere prima di tutto “come dovrebbe andare”, ed è su questo che mi soffermo all’inizio dei percorsi con i genitori che chiedono il mio aiuto.

Cosa succede nel corso di uno sviluppo sano e sereno di un bambino?

Tutto comincia nella pancia della mamma. Moltissimi sono ormai gli studi che parlano di quanto succede nel periodo prenatale. Già durante la vita intrauterina il bimbo matura le proprie capacità sensoriali: inizia a riconoscere suoni e voci, iniziano a svilupparsi i sensi del gusto e dell’olfatto.

Ma soprattutto il nostro bimbo inizia a capire gli stati d’animo e risponde ai cambiamenti che avverte attraverso il tono di voce materno e il sistema fisiologico (frequenza cardiaca, pressione arteriosa, etc … ) modificando a sua volta tutti questi parametri. Va da sé che una mamma serena porterà con sé un bimbo sereno, una mamma tendenzialmente ansiosa o che sta attraversando un momento difficile lascerà una traccia di tutto questo al suo bimbo.

Ecco perché è possibile intervenire già dalla gravidanza attraverso dei percorsi che offrano alla mamma delle esperienze di benessere: queste si ripercuoteranno positivamente sul bambino che a sua volta ci ringrazierà diventando un “neonato buono”.

Dal momento in cui nasce, ciò che il nostro bimbo ha da fare è crescere, ovvero imparare a stare nelle situazioni della vita e nelle relazioni: la relazione con i genitori è quindi fondamentale in quanto è il suo primo terreno di esperienza e forgerà il suo modo di stare nelle relazioni future.

Compito del genitore è quindi quello di accompagnare il bambino a crescere fornendogli la possibilità di attraversare esperienze che gli permetteranno di sviluppare le abilità che faranno di lui una persona sana, ovvero una persona che sa adattarsi alle situazioni della vita e muoversi nelle relazioni in modo sereno e flessibile.

Ed è a livello di queste esperienze che possono nascere le prime difficoltà: lì dove il bambino non viene accompagnato nel modo più adeguato, potrà trovarsi senza tutte le risorse necessarie a fronteggiare certe situazioni, e svilupperà quindi dei sintomi che hanno proprio il senso di comunicarci il suo disagio, la sua difficoltà.

Cosa possiamo fare allora? Attraverso un lavoro di riequilibrio è possibile aiutare i genitori a comprendere quali sono quelle esperienze ‘deboli’ che il bambino ha bisogno di riattraversare, fornendo loro le strategie per accompagnarlo in modo più pieno e sereno rispetto a quanto accaduto fino a quel momento. In parallelo (a seconda dell’età) sarà possibile attivare direttamente con il bambino un percorso centrato su queste esperienze attraverso il gioco e quelle attività che più si adattano alla sua età e al suo essere.

Facciamo un esempio?

Un bambino estremamente irrequieto, agitato o pieno di ansie e preoccupazioni, che fatica a concentrarsi potrebbe aver vissuto in modo alterato l’esperienza della CALMA nella sua famiglia. I motivi possono essere diversi: è nato in un momento difficile per la famiglia, oppure sin da piccolo ha avuto dei problemi di salute che lo hanno visto costantemente al centro di molte preoccupazioni, o ancora uno dei due genitori ha dei tratti ansiosi che inevitabilmente si riflettono nel suo modo di occuparsi di lui. Il mio lavoro sarà quello di aiutare i genitori a capire da dove ha origine questa difficoltà a stare nella calma e a partire da lì fornire loro quelle strategie per ritrovarla e per consentire al figlio di riattraversare pienamente quell’esperienza. In parallelo sarà possibile attivare un percorso di riequilibrio per il bambino durante il quale, dopo i primi incontri di conoscenza, gli verranno proposti giochi e attività che gli permettano tanto di “scatenarsi” quanto di ritrovare successivamente la dimensione della calma e della concentrazione.

Voglio infine a sottolineare una cosa per me molto importante e che rimando sempre ai genitori che lavorano con me: NON CI SONO COLPE! Non è colpa dei genitori se un bimbo manifesta delle difficoltà, perché sono certa che noi genitori facciamo tutti del nostro meglio per essere una buona mamma o un buon papà. Succede però che siamo esseri umani a nostra volta con una storia, con i nostri pregi e difetti, con i nostri punti di forza e i nostri limiti. E con questi inevitabilmente i nostri figli vengono a contatto.

Allora, da bravi genitori quali siamo, non colpevolizziamoci per i nostri limiti umani o per le difficoltà legate alla nostra storia personale, accettiamoli e chiediamo aiuto! La forza di metterci in discussione e di cambiare ce la daranno loro, le nostre creature, e tutto l’amore che abbiamo per loro!